venerdì 8 aprile 2011

Primavera

Finalmente è arrivata! Prima di andare a giocare all’ aria aperta voglio proporvi la lettura di questa leggenda.
   

                             La leggenda della Primula
L'inverno era stato molto lungo, freddo e nevoso, quell'anno, e gli  animali del bosco soffrivano aspettando la primavera che tardava ad arrivare. Infreddoliti ed affamati stavano rinchiusi nelle loro tane sbocconcellando il loro magro pasto e sognando i prati in fiore con   l'erbetta fresca e le farfalle che svolazzavano intorno. Ogni mattina affacciavano il capino dalla tana, facevano qualche passo sulla neve e, infreddoliti e delusi rientravano sospirando. I più irrequieti erano i piccoli che non vedevano l'ora di correre e rotolarsi sui prati, di svolazzare di ramo a ramo, di annusare fiori profumati. Ma l'Inverno, Signore del gelo e del freddo, non aveva nessuna intenzione di lasciare la Terra. A nulla valevano le preghiere degli animali, degli uccelli e persino degli uomini che avevano consumato nei camini le ultime riserve di legna. L'Inverno sembrava irremovibile. Seduto sul suo trono di ghiaccio, si compiaceva di tutto quel freddo, delle giornate umide e buie, del sole livido che appariva e scompariva.  A lungo andare, però, si era stancato di tutti quei lamenti e, decise di andar via ma non senza essersi prima vendicato. Aspettò, quindi, che la Primavera arrivasse e, con il suo soffio gelido la trasformò in una statua di ghiaccio. Gli animali aspettarono ancora qualche giorno ma, non vedendo arrivare la Primavera, decisero di cercarla. Immaginate il loro dolore nel vederla trasformata in una statua  di ghiaccio! Non sapevano cosa fare! Decisero quindi di riunirsi in assemblea e cercare un modo per risvegliarla. Il tempo stringeva ed ormai non avevano più nulla da mangiare. Si riunirono quindi sotto un grande albero e chiesero al vecchio e saggio gufo che cosa pensasse si potesse fare. Il gufo pensò, poi ripensò, rifletté, poi rifletté di nuovo e finalmente sentenziò: "L'unico che ci può aiutare è il Sole, solo i suoi raggi possono sciogliere il cuore della Primavera". Il Sole rifletté e disse: "Ci vuole qualcosa di magico! Se riuscirete a trovare, fra la neve, un piccolo fiore di Primavera, il gioco è fatto! Portatelo vicino alla statua e il ghiaccio si scioglierà". Subito tutti gli animali si misero a cercare.
Gli uccelli sorvolarono la vallata cercando dall'alto quel piccolo fiore di cui aveva parlato il Sole, i coniglietti annusarono tutti i cespugli imbiancati dalla neve...... Ad un certo punto, un cerbiatto, spostando un sasso, vide spuntare un piccolo fiore viola. "L'ho trovato, l'ho trovato -gridò". Tutti gli animali del bosco corsero felici. Il fiore fu raccolto con delicatezza e portato accanto alla statua della Primavera.
Come d'incanto essa si risvegliò dal suo sonno profondo, si stiracchiò le braccia intorpidite e prese il piccolo fiore. Lo guardò a lungo, sorrise e poi disse: "Da ora in poi tu sarai il mio simbolo. Il tuo nome sarà Primula perché sarai il fiore che annuncerà il mio ritorno.

lunedì 14 marzo 2011

L'isola blu

Per tutti.... e 
in particolare per quelli di quarta .
Il libro mostra i danni causati dal bracconaggio e dalla raccolta illegale dei coralli sulle isole tropicali e insegna ad apprezzare la biodiversità delle barriere coralline. 
cliccate sulla copertina e gustatevi questa interessante lettura.


INNO DI MAMELI

Salve a tutti 


cliccate sulla bandiera  

per  leggere il testo e la spiegazione  dell'INNO di MAMELI e   ascoltare l'audio. 

martedì 1 febbraio 2011

Sei piccole storie



Per leggere NON VOGLIO LE TUE CARAMELLE clicca sulla copertina



In questo libricino l'autrice vi racconta sei "brutte storie" che sono successe a bambini della vostra età. Le descrive così come sono accadute e… tutte sono finite fortunatamente bene perché i sei bambini della storia sono stati capaci di ricordare delle semplici raccomandazioni e sono stati così attenti da confidarsi con le persone di cui si fidavano. E voi cosa avreste fatto al posto di Edoardo, Sara, Marco, Flavia, Andrea e Chiara? 

Prima di leggere come andranno a finire le diverse storie, provate a pensare cosa avreste fatto voi e poi confrontate con ciò che è descritto… chissà che non scoprirete di essere altrettanto in gamba… Buona lettura!

mercoledì 26 gennaio 2011

Il giorno della memoria

Ciao bambini, volevo ricordarvi che il 27 gennaio si celebra “Il giorno della memoria” per non dimenticare la Shoah.
Il termine ebraico “Shoah”,  significa "annientamento", "sterminio"e si riferisce ad una vicenda storica accaduta più di sessant’anni fa, quando i regimi dittatoriali nazi-fascisti stabilirono di rinchiudere gli Ebrei nei campi di lavoro forzato e di sterminio perché ritenevano la loro “razza” inferiore. Solo la razza bianca ariana veniva considerata superiore e pura, per questo donne, uomini e bambini di altre razze furono perseguitati, torturati e uccisi nei campi di concentramento e nelle camere a gas.
E’ una bruttissima storia, non piace neanche a me, ma ricordarla serve, perché non accadano mai più  episodi di questo genere.                                                                             
  

sabato 1 gennaio 2011

AUGURI!

LEGGENDA DI CAPODANNO

Ciao bambini, Buon Anno a tutti voi e alle vostre famiglie. Un’altra tradizione di queste feste prevede il baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio per questo voglio proporvi questa fiaba del Trentino.
La leggenda del vischio
C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico. Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era l'unica cosa che gli importava. Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca.
Per avere sempre più soldi, a volte si comportava in modo disonesto e approfittava della ingenuità di alcune persone. Ma tanto a lui non importava, perché non andava mai oltre le apparenze.
Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli interessavano le loro storie e i loro problemi. E per questo motivo nessuno gli voleva bene.
Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.
Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti.
Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì perché non aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.
A un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì.
Per tutta la notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli; che altre persone soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù.
Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle persone che vedeva tutti i giorni, l'uomo cominciò a piangere.
Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato.
E le lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come perle.
Era nato il vischio.

giovedì 30 dicembre 2010

LE RENNE DI BABBO NATALE

La slitta di Babbo Natale


Questa leggenda è nordica: la slitta, originariamente si diceva che  fosse trainata da una sola renna, poi la versione è cambiata, ed apparivano otto renne. Infine se ne è aggiunta una nona, Rudolph appunto. Questo numero spiega la velocità con cui Babbo Natale riesca a far fronte alle innumerevoli richieste provenienti da ogni parte del mondo.

mercoledì 29 dicembre 2010

UN FIORE


La Stella di Natale

La famosa "Stella di Natale" che da secoli si lega agli allestimenti tipici del Natale, sarebbe nata dal regalo ad un bimbo. Narra la leggenda, che il 25 dicembre di un anno dimenticato dalla storia, un bimbo povero entrò in una chiesa per offrire un dono a Gesù nel giorno della sua nascita. Triste e vergognoso per il suo poco degno mazzo di frasche, il bambino perse una lacrima fra quei ramoscelli che un miracolo trasformarono nel fiore più rosso e bello che i suoi occhi avessero mai visto.